Main Menu

SILVIA LEMMI

image505Il Duomo dei Santi Pietro e Paolo: cuore religioso ed artistico di Castelnuovo di Garfagnana

 

La Garfagnana, regione dell’alta Toscana, è un connubio di arte e natura. Compresa fra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, qui la natura dialoga con i numerosi paesini che si adagiano sui crinali di montagna e nel fondovalle. Ognuno di questi piccoli agglomerati presenta numerosi monumenti storico-artistici tutti da scoprire, soprattutto chiesine e pievi di montagna. Castelnuovo, centro economico ed amministrativo della Garfagnana, fin dal dominio estense del Quattrocento ha il suo centro spirituale e comunitario nel Duomo, dedicato ai santi patroni della cittadina, San Pietro e San Paolo.

All’interno della Chiesa abbaziale, l’antico e il moderno convivono in uno stile artistico sobrio, e in un’atmosfera solenne che si respira non appena varcato l’ingresso.

I documenti storici consentono di ipotizzare l’esistenza della chiesa fin dal 740: all’epoca era una delle tante chiese romaniche ad una sola navata edificata per servire la popolazione della cittadina di Castelnuovo, collocata lungo il confine che divideva il dominio dei Bizantini e dei Longobardi in Italia.

L’attuale edificio a tre navate che si eleva oggi all’ombra del massiccio campanile cinquecentesco risale al 1456, quando la chiesa fu modificata per il volere del vescovo di Lucca. Ignoto rimane il progettista dei lavori, ma l’impronta rinascimentale del tutto fa supporre l’interessamento dei componenti della famiglia Civitali, artisti lucchesi allora attivi in Garfagnana.

Al di là di una maestosa facciata in pietra arenaria scandita da tre archi a tutto sesto, terminante in un timpano triangolare, si apre l’interno: tre navate divise da ampi colonnati anch’essi in arenaria sostengono volte a capriate, mentre il pavimento è in cotto e in marmo proveniente da Gorfigliano in Garfagnana. In origine la chiesa aveva ben dodici altari collocati nella testata e nelle pareti laterali delle navate; oggi ne sono rimasti solo tre: l’Altar maggiore al centro, di rimpetto alla porta maggiore; l’Altare del SS. Sacramento nella navata di sinistra; l’Altare di San Giuseppe a destra.

image507All’interno del Duomo troviamo alcune opere di grande interesse artistico: non molte, ma in linea con lo stile severo e monumentale del luogo. Fra queste il Cristo Nero, la Madonna in trono fra i Santi Andrea e Jacopo, un’edicola marmorea che racchiude una tela del Seicento, e la pala di San Giuseppe meritano senz’altro la nostra attenzione.

Il Cristo Nero è una statua lignea collocata all’interno dell’Altare di San Giuseppe, oggetto di grande devozione per i Castelnovesi. Si tratta di un crocifisso a grandezza naturale attribuita ad Arrigo Arrighi, artista garfagnino del Cinquecento.

Un grave incendio del 1977 lo danneggiò privandolo delle applicazioni in argento che lo arricchivano, e proprio a causa di questa patina scura che conserva, oggi viene chiamato “Cristo Nero”.

Entrando in chiesa, sulla destra, è visibile una tela del Cinquecento di grandi dimensioni, raffigurante la Madonna in trono circondata dai Santi Andrea e Jacopo. La grande qualità del dipinto ha attirato da sempre l’interesse degli studiosi, che nel tempo gli hanno attribuito autori diversi: dai fiorentini Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e Antonio Sogliani, a Giuseppe Porta detto “il Salviatino”, fino ad artisti appartenenti alla cerchia di Francesco Vanni, pittore senese vissuto fra il 1563 ed il 1610.

Collocata sempre nella parete destra, c’è una cornice di marmo della bottega del Civitali (attiva a Lucca fra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento) che racchiude una tela raffigurante la Discesa dello Spirito Santo sopra Maria Vergine e gli apostoli riuniti in preghiera. La cornice assume la forma di edicola le cui colonne ai lati hanno capitelli in stile corinzio, e alcuni motivi rinascimentali scolpiti ovunque: dalle teste di cherubini nell’architrave e nella cornice centinata, alle pendane di frutta nelle lesene.

image509         Terminiamo l’analisi di queste opere antiche del Duomo con la pala di San Giuseppe, probabilmente uno dei primi ornamenti della chiesa agli inizi del XVI secolo. All’interno di questa pala in terracotta invetriata e policroma, spicca la figura snella e giovanile di San Giuseppe circondato da gruppi di angeli dai lineamenti e le pose gentili. Fregi rinascimentali a forma di foglie e frutta, angeli e festoni, arricchiscono i tutto. Quest’opera vede un’importante novità, vista l’epoca dell’esecuzione: San Giuseppe viene raffigurato al di fuori del gruppo della Sacra Famiglia, e non più con le sembianze di un vecchio. Infine non si possono non citare alcuni elementi presenti tipici di opere eseguite nella bottega fiorentina dei Della Robbia: dall’invetriatura della terracotta che risparmia solo gli incarnati, tipico del modo di lavorare di Andrea della Robbia, ai festoni con fiori e frutti che escono da vasi marmorizzati modellati con l’eleganza tipica degli stemmi accartocciati di Luca “il giovane”.

Fin qui l’antico, ma il moderno dove si trova?

La chiesa ha subito molte trasformazioni nel tempo. Nel XVIII al Duomo fu data una forte impronta in stile barocco secondo il gusto dell’epoca: volte a vela nascosero le capriate della navata centrale e le colonne di pietra serena furono ricoperte da pilastri in muratura. Poi, dopo i bombardamenti del 1944-45 subiti da Castelnuovo, vennero rimossi questi interventi “barocchi” e il Duomo tornò alle origini. Così arriviamo agli ultimi interventi del 2004/2005, resi necessari dalle difficili condizioni strutturali in cui il Duomo si trovava: infiltrazioni di pioggia dai tetti, precarietà dell’impianto elettrico e di riscaldamento, sconnessioni del pavimento. Ed ecco che accanto al restauro del tetto, al consolidamento della facciata e delle mura perimetrali, si inserisce “il nuovo”.

Questo consiste nella realizzazione di elementi moderni, o meglio “contemporanei”, collocati davanti l’Altar maggiore: la mensa ed i sedili retrostanti. La mensa è formata da un unico blocco squadrato e rettangolare di marmo bianco, con al centro scolpita una croce gloriosa, simbolo del Cristo morto, ed intorno dieci stelle che rappresentano l’infinito, rivolte alla croce come un  mondo incentrato su di Lui. Ai lati della mensa altre due stelle, che sommate alle altre arrivano a dodici come il numero degli apostoli. Nella parte alta della mensa vi è scolpita una greca ad emulare una tovaglia, per ricordare che questa è pur sempre la mensa del Signore. I sedili dietro l’altare sono stati realizzati con lo stesso marmo, uno schienale arcato e una stella centrale. Il motivo dell’altare è ripreso da quello della Cattedrale di San Martino a Lucca.

Questi elementi nuovi, in grado di catturare subito un’occhio attento, sia per la posizione in cui sono collocati, sia per il bianco puro e volutamente accecante del marmo, non stridono con il contesto secolare dell’interno, proprio perché sono formati da poche linee stilizzate ed elementari che esaltano la semplicità dell’interno del Duomo. Insomma, la Chiesa abbaziale dei SS. Pietro e Paolo di Castelnuovo non ama colpire i turisti con ornamenti sontuosi, ma intende attirare i fedeli grazie ad una spiritualità vera e priva di distrazioni di chi vuole instaurare un contatto intimo con Dio od avere un attimo di raccoglimento. E le sue opere d’arte aiutano il fedele a raggiungere questa intimità.

La Garfagnana, regione dell’alta Toscana, è un connubio di arte e natura. Compresa fra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, qui la natura dialoga con i numerosi paesini che si adagiano sui crinali di montagna e nel fondovalle. Ognuno di questi piccoli agglomerati presenta numerosi monumenti storico-artistici tutti da scoprire, soprattutto chiesine e pievi di montagna. Castelnuovo, centro economico ed amministrativo della Garfagnana, fin dal dominio estense del Quattrocento ha il suo centro spirituale e comunitario nel Duomo, dedicato ai santi patroni della cittadina, San Pietro e San Paolo.

All’interno della Chiesa abbaziale, l’antico e il moderno convivono in uno stile artistico sobrio, e in un’atmosfera solenne che si respira non appena varcato l’ingresso.

I documenti storici consentono di ipotizzare l’esistenza della chiesa fin dal 740: all’epoca era una delle tante chiese romaniche ad una sola navata edificata per servire la popolazione della cittadina di Castelnuovo, collocata lungo il confine che divideva il dominio dei Bizantini e dei Longobardi in Italia. L’attuale edificio a tre navate che si eleva oggi all’ombra del massiccio campanile cinquecentesco risale al 1456, quando la chiesa fu modificata per il volere del vescovo di Lucca. Ignoto rimane il progettista dei lavori, ma l’impronta rinascimentale del tutto fa supporre l’interessamento dei componenti della famiglia Civitali, artisti lucchesi allora attivi in Garfagnana.

Al di là di una maestosa facciata in pietra arenaria scandita da tre archi a tutto sesto, terminante in un timpano triangolare, si apre l’interno: tre navate divise da ampi colonnati anch’essi in arenaria sostengono volte a capriate, mentre il pavimento è in cotto e in marmo proveniente da Gorfigliano in Garfagnana. In origine la chiesa aveva ben dodici altari collocati nella testata e nelle pareti laterali delle navate; oggi ne sono rimasti solo tre: l’Altar maggiore al centro, di rimpetto alla porta maggiore; l’Altare del SS. Sacramento nella navata di sinistra; l’Altare di San Giuseppe a destra.

All’interno del Duomo troviamo alcune opere di grande interesse artistico: non molte, ma in linea con lo stile severo e monumentale del luogo. Fra queste il Cristo Nero, la Madonna in trono fra i Santi Andrea e Jacopo, un’edicola marmorea che racchiude una tela del Seicento, e la pala di San Giuseppe meritano senz’altro la nostra attenzione.

Il Cristo Nero è una statua lignea collocata all’interno dell’Altare di San Giuseppe, oggetto di grande devozione per i Castelnovesi. Si tratta di un crocifisso a grandezza naturale attribuita ad Arrigo Arrighi, artista garfagnino del Cinquecento. Un grave incendio del 1977 lo danneggiò privandolo delle applicazioni in argento che lo arricchivano, e proprio a causa di questa patina scura che conserva, oggi viene chiamato “Cristo Nero”.

Entrando in chiesa, sulla destra, è visibile una tela del Cinquecento di grandi dimensioni, raffigurante la Madonna in trono circondata dai Santi Andrea e Jacopo. La grande qualità del dipinto ha attirato da sempre l’interesse degli studiosi, che nel tempo gli hanno attribuito autori diversi: dai fiorentini Michele di Ridolfo del Ghirlandaio e Antonio Sogliani, a Giuseppe Porta detto “il Salviatino”, fino ad artisti appartenenti alla cerchia di Francesco Vanni, pittore senese vissuto fra il 1563 ed il 1610.

Collocata sempre nella parete destra, c’è una cornice di marmo della bottega del Civitali (attiva a Lucca fra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento) che racchiude una tela raffigurante la Discesa dello Spirito Santo sopra Maria Vergine e gli apostoli riuniti in preghiera. La cornice assume la forma di edicola le cui colonne ai lati hanno capitelli in stile corinzio, e alcuni motivi rinascimentali scolpiti ovunque: dalle teste di cherubini nell’architrave e nella cornice centinata, alle pendane di frutta nelle lesene.

Nel XVIII al Duomo fu data una forte impronta in stile barocco secondo il gusto dell’epoca: volte a vela nascosero le capriate della navata centrale e le colonne di pietra serena furono ricoperte da pilastri in muratura. Poi, dopo i bombardamenti del 1944-45 subiti da Castelnuovo, vennero rimossi questi interventi “barocchi” e il Duomo tornò alle origini. Così arriviamo agli ultimi interventi del 2004/2005, resi necessari dalle difficili condizioni strutturali in cui il Duomo si trovava: infiltrazioni di pioggia dai tetti, precarietà dell’impianto elettrico e di riscaldamento, sconnessioni del pavimento.

Ed ecco che accanto al restauro del tetto, al consolidamento della facciata e delle mura perimetrali, si inserisce “il nuovo”.

Questi elementi nuovi, in grado di catturare subito un’occhio attento, sia per la posizione in cui sono collocati, sia per il bianco puro e volutamente accecante del marmo, non stridono con il contesto secolare dell’interno, proprio perché sono formati da poche linee stilizzate ed elementari che esaltano la semplicità dell’interno del Duomo. Insomma, la Chiesa abbaziale dei SS. Pietro e Paolo di Castelnuovo non ama colpire i turisti con ornamenti sontuosi, ma intende attirare i fedeli grazie ad una spiritualità vera e priva di distrazioni di chi vuole instaurare un contatto intimo con Dio od avere un attimo di raccoglimento. E le sue opere d’arte aiutano il fedele a raggiungere questa intimità.

Silvia Lemmi


6 Comments to SILVIA LEMMI

  1. Just desire to say your article is as amazing.
    The clearness in your post is just great and i can assume you are an expert on this subject.
    Well with your permission allow me to grab your RSS feed to keep up to date
    with forthcoming post. Thanks a million and please continue the rewarding
    work.

  2. Hello there, You’ve done a great job. I will definitely digg it and personally suggest
    to my friends. I am sure they will be benefited from this site.

  3. Hello to all, because I am in fact eager of reading this weblog’s
    post to be updated daily. It carries nice stuff.

  4. This is really interesting, You are a very skilled blogger.
    I’ve joined your feed and look forward to seeking more of your magnificent post.
    Also, I’ve shared your web site in my social networks!

  5. Aw, this was a very good post. Finding the time and actual effort to create a really good article…
    but what can I say… I procrastinate a whole lot and don’t manage to get nearly anything done.