DANTE ALIGHIERI ANGIOLA CINQUESANTI

download (3)Il 14 settembre si è commemorata la morte di Dante Alighieri, molti siti e giornali hanno omaggiato il divino poeta ricordando i suoi versi eterni; la poesia di Dante parla da sé ,generazioni di uomini si sono accorti della potenza inaudita dei suoi versi e della profondità delle sue intuizioni filosofiche e umane.

 

scuola-siciliana-1Colpisce vedere come Dante, proprio nel caos storico ed esistenziale in cui si trovò, insistesse sul primato inderogabile della libertà individuale: la libertà nella Commedia diventa un problema, una “quaestio” ,che si trascina costantemente ,dall’avvio del poema fino all’ingresso nel giardino dell’eden.  In tutto il suo viaggio Dante mette a fuoco il dramma e il mistero della scelta: l’uomo della Commedia non può mai scampare a se stesso, deve mettere in gioco il suo essere libero ,perché due elementi lo definiscono ,la ragione e il libero arbitrio ,cardini su cui si fonda la psicologia dantesca . Dall’urto tra questa responsabilità e la realtà  in cui l’uomo incappa, scaturisce il “destino”, ormai eterno , di ogni spirito oltremondano. Sembra che Dante voglia trattenere, delle anime incontrate, quel momento cruciale in cui tutta la loro vita si decise. Ecco che, in questi vividi istanti  della sua poesia, la vera attrice è la coscienza umana libera ,perché da questa dipesero le fini dolenti ,penitenti o beate delle anime.

Dante avrebbe sottoscritto ,forse ,l’asserzione di Pareyson ,per cui la libertà è un gesto imprevedibile ma irrevocabile ,una volta che lo si compie; nella Commedia, dato che ci troviamo ormai oltre la sfera del tempo, l’irrevocabilità degli atti liberi esplode  potentemente, in tutta la sua vis tragica, soprattutto  nell’Inferno: qui il peso del dover decidere è amplificato dal fallimento a cui tutti i suoi protagonisti vanno incontro, usando la loro libertà.

dante-alighieriRisuona ancora ,dal fondo del  mondo senza stelle, la “rancura” gemente di Guido da Montefeltro(canto 28 dell’Inferno): ciò che condanna questo abile consigliere di frodi,  è l’aver liberamente scelto di aiutare con l’inganno Bonifacio VIII a prendere il potere; a un certo punto compare, come sulla scena di un teatro, la tragedia della sua libertà: il momento penoso della decisione, il dubbioso rimuginare dell’uomo e l’inquietudine che deriva da questo stato di sospensione ,cose che chiunque avrà provato vivendo. Come l’astuto Guido, ogni altra anima  degli scuri cerchi è vista nel suo momento decisivo  in cui dovette scegliere, fissando ,suo malgrado il proprio destino ,per tutta l’eternità .Ciò che i dannati sono non fa che riprodurre, come condizione permanente ,quello che loro stessi scelsero di essere: Guido da Montefeltro un fraudolento, Pier delle Vigne un suicida, la bella Francesca una donna che visse delle illusioni di un errato amore, quello cortese. Dante stesso, poi, è posto di continuo dinanzi alla sua libertà: il suo viaggio può iniziare solo quando lui decide di sollevarsi dal buio della selva ;potrebbe continuare a chinare il capo e dormire ancora ,invece sceglie di alzare lo sguardo , ed ecco che vede la dolce luce d’aprile. Questa luce non è altro che la speranza  di salvarsi dal tetro dolore in cui si ritrova e ,non a caso, il pellegrino può fissarla solo dopo questo suo  libero gesto,  solo adesso  l’amore di Beatrice può andargli incontro e soccorrerlo, solo adesso compare Virgilio e il viaggio può iniziare: tutto il poema è intessuto di questi momenti in cui Dante  è chiamato in causa a confrontarsi con la sua scelta e ogni volta che ciò accade, lui non si fa agire dal mondo in cui sta ,ma agisce in esso ,in quanto essere libero.

dante_alighieriQuesto suo movimento ha ancora da parlare a noi ,uomini dell’ultima ora.  Il mondo circostante, cupo come la selva, suscita solo una reazione di frustrazione ,d’immobilità ,quasi  quel gesto di alzare lo sguardo  ci costasse la fatica di smuovere montagne ; eppure nessuno ,ancora ,ha chiuso l’orizzonte del sole allo sguardo dell’uomo e, si dovrebbe ,ogni tanto ,nell’urgenza storica  in cui viviamo, ricordarsi di quell’Alighieri fiorentino: investire di più sul fatto di essere nati liberi.

         ANGELA CINQUESANTI