tiziana-gagliardotto

Un viaggio tra anima e cuore
Amori-verticali-orizzontaliDal silenzio e dal buio prende vita questo piccolo capolavoro di Schmitt. Dal silenzio dell’umanità, rimasta tacita e inerme dinanzi all’orrore del nazismo e dei suoi atroci delitti; dal silenzio dell’anima rimasta sola con le sue domande, con i suoi perché; dal silenzio dell’uomo che, sopraffatto dal dolore e dalla sconfitta si ripiega su sé stesso nello sconforto e nella disperazione. E poi c’è il buio.
Il buio delle strade e delle città svuotate; il buio della storia che dipinge come su una tela nera, uno dei suoi più tragici capitoli; il buio sul palco scenico. Da quelle tenebre farà la sua comparsa lui, il Visitatore. Un uomo, un folle, un disadattato, un derelitto che si presenta al cospetto di una delle menti più illustri e geniali del suo tempo, Sigmund Freud. Ma non il “Freud” che siamo abituati ad immaginare: il genio, il profondo conoscitore dell’animo umano.
Questo è un “Freud” tormentato, malato, vecchio e forse per la prima volta, in cerca di risposte lui, che era solito darle.
amore_aaaUn dialogo intenso, profondo tra due anime abituate a scorgere i dettagli della realtà dall’alto del loro sapere, umano quello dell’uno, infinito quello dell’altro. Ma che si troveranno a confrontarsi sui massimo sistemi, sollevando interrogativi, istillando il dubbio.
Quel dubbio che fa breccia nella mente fragile e cedevole di Freud, lui che mai avrebbe creduto, ora inizierà se non a credere, a dubitare.
Alessandro Haber esprime tutta la fragilità ed insieme la sicurezza vacillante di questo Freud anziano e malato. Alessio Boni è “Il visitatore” che cela nelle vesti di un matto, nient’altro che Dio. I due si muovono in una dimensione surreale; lo spazio è quello dello studio di Freud che sebbene concreto, è un non-luogo, uno spazio sospeso, quasi onirico, è la mente e il sogno, è la vita e la morte.
Due personaggi storicamente considerati onnipotenti, che in questa veste si spogliano di ogni sapere, della condizione sovradimensionale e si calano nella semplicità e nella carnalità della condizione umana.
Alessio Boni: – Questo testo è incentrato sulla fragilità di un uomo, malato, che sente che tutto gli si sgretola sotto i piedi. A questo punto della sua vita, gli appare quest’uomo. È vero o no? Schmitt ad intrattenere questo dialogo, sceglie due personalità spaventose, il massimo; e li rende solo due uomini che potrebbero essere chiunque.
download (1)Per chi crede quest’uomo è dio, una luce che si incarna. Per chi non crede potrebbe essere una proiezione fragile di un Freud ammalato. Ma non è questo che prevale, quel che conta è il dialogo, un espediente per parlare dell’uomo.
Alessandro Haber: – Ho letto poco di Freud, non sono un grande lettore ma ho la fortuna di avere delle intuizioni. Ho pensato ad un uomo di ottanta anni, con il cancro, che ha dei figli e che non ha mai creduto. Che ha sempre aiutato gli altri a vivere meglio, nel suo piccolo è anche lui un dio per qualcuno, un messia nel suo campo. Ma sta arrivando alla fine. Diventa un burattino nelle mani di uno sconosciuto che lo mette in crisi.
thumb_bundle-107-amore-e-gelosia.650x250_q95_box-0,0,647,247La regia di Valerio Binasco è diretta ed efficace, trasferisce la scena su una dimensione umana servendosi anche di una scenografia cinematografica.
Tutto è vicino, reale: i dialoghi, i dubbi e le fragilità sono le nostre. Profonda e leggera, intensa e divertente, è una commedia che arriva al cuore senza perdersi nei meandri della mente e del pensiero. Non la mente ad essere protagonista, bensì l’anima.

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