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   Uno dei progetti maggiori della Compagnia di San Paolo, ma anche di Crt, Comune, Regione e Stato, è quello del nuovo Museo Egizio, i cui spazi espositivi raddoppieranno con lo spostamento della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale. Il progetto costerà 50 milioni, 25 dei quali finanziati dalla Compagnia. Dal 2004 l’Egizio è una Fondazione, la prima in Italia ad aver preso il posto dello Stato. Dopo alcuni anni di incertezza normativa, è diventata un modello al quale si sta ispirando quello della futura Grande Brera di Milano. Presidente della Fondazione è da poche settimane Evelina Christillin, presidente anche del Teatro Stabile: «Lavori e scavi sono cominciati nel 2009. Stiamo rispettando i tempi e a metà 2013 sarà completata la prima sala sotterranea (servizi di accoglienza, biglietteria, guardaroba) e il piano terra con le statue, troppo pesanti per essere sistemate ai piani superiori. Anche con i lavori in corso tutti i 6mila reperti del museo restano visibili al pubblico, e i visitatori aumentano. Nel 2011, con il 150mo dell’Unità d’Italia, abbiamo toccato i 600mila ingressi. L’inaugurazione avverrà nel 2015: passeremo da 6.400 a 12mila mq».
La gestione del museo, nella nuova forma di fondazione, ha consentito risparmi ed efficienza. «Quando tutto era Mibac, spiega la Christillin, avevamo più di 70 dipendenti. Oggi siamo 13 e abbiamo dato all’esterno una serie di servizi, dalla didattica alla biglietteria, sempre diretti e pianificati dal museo. Sono i vantaggi della formula fondazione pubblico-privato. È la strada giusta. Oggi i ricavi del museo coprono l’80% del bilancio». Lo Stato, nonostante gli impegni presi, non dà più un euro. Eppure i patti erano scritti: ai privati la riqualificazione del museo, lo Stato doveva garantire il livello di tutela precedente e quindi gli stessi finanziamenti. Non è stato così: con alcuni interventi regolamentari e altre decisioni unilaterali, le risorse garantite sono state azzerate. «La richiesta ai privati è: sostituitevi allo Stato, chiarisce Piero Gastaldo della Compagnia San Paolo, il main sponsor. È evidente che lo Stato ha cambiato le regole del gioco durante la partita, addirittura barando».